La nostra vita offline si alimenta online. Così il social commerce diventa irrinunciabile

Qualcuno ancora tenta di resistere al fascino dell’Internet, ma la verità è che la nostra vita offline si nutre online. 

Citando Coelho “l’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni”. 

Senza voler fare della psicologia spicciola (né apparire eccessivamente melensa), forse è proprio la necessità di sentirci parte di qualcosa, anche nella piccola porzione di spazio che il web ci offre, a spingerci ad utilizzare i social.

La contaminazione tra online ed offline è così radicata che risulta difficile immaginare un’inversione di tendenza. Una tendenza subito intercettata dai piccoli e grandi brand che hanno avuto il coraggio di cavalcare l’evoluzione.

Ed ora che il cambiamento è in corso, non solo la nostra parte emozionale è coinvolta, ma anche quella razionale che riguarda le nostre decisioni quotidiane.

Guardiamo all’universo femminile, nello specifico al mondo della cosmetica, ed analizziamo insieme i numeri dell’evoluzione digitale (dati Mintel):

  • il 75% delle donne europee utilizza i social per tenersi aggiornate sul lancio di nuovi prodotti o recensirli (come fa il 36% delle italiane);
  • il 60% delle europee scopre i nuovi prodotti grazie a tutorial e review 
  • il 62% delle americane acquista online, mentre il 34% delle millennial inglese acquista direttamente in negozio, dopo avere letto le recensioni
  • il 46% delle aziende di cosmetica ritiene che il social commerce, di cui gli influencer sono i protagonisti,  sia un eccellente strumento strategico per promuovere l’acquisto indiretto

I brand di cosmetica nati sui social media, e che possono vantare un fatturato da milioni di dollari, sono in aumento. Tra i principali ricordiamo Glossier (100 milioni dollari di fatturato) e Huda Beauty (vendite per oltre 400 milioni di dollari).

Con questi dati alla mano sono pronta ad affermare che non c’è partita!

Possiamo attribuire al successo di tale fenomeno tutte le spiegazioni sfavorevoli che vogliamo: pigrizia, paura di rischiare, misantropia e chi più ne ha più ne metta. 

Sicuramente queste motivazioni non sono da escludere tout court, ma la verità, che preferisco sostenere e che mi spinge a dire che un mondo senza social non è decisamente pensabile, è legata alle infinite possibilità da essi offerte, tanto alle aziende quanto ai consumatori.

Dal lato offerta i vantaggi non faticano ad emergere: i costi per pubblicizzare la propria azienda si riducono drasticamente, considerando che in molti casi sono i commenti degli stessi consumatori a consolidare la brand awareness; la visibilità del brand, se adeguatamente curata, può raggiungere chiunque, ovunque, in poco tempo.

Dal lato domanda, i consumatori hanno la possibilità di leggere le opinioni di altre persone e diventare a propria volta recensori; conoscere il prodotto in modo originale (come solo Instagram e Youtube permettono di fare); sperimentare funzionalità nuove.

Le persone hanno bisogno di due cose prima di lanciarsi in un acquisto, siano esse patite del mondo digitale o nostalgiche dei grandi magazzini: sognare ed essere rassicurate. 

I social come Instagram, Youtube, e da qualche tempo Tik Tok (soprattutto per le preadolescenti) raccontano una storia che, per quanto vicina, parla in ogni caso di un mondo patinato o desiderato. Non essere sole, ma accompagnate nelle scelte, fa il resto. 

Le emozioni appartengono alle persone, non a Internet. Il mondo digitale è la tendenza giusta da seguire, ma i dettagli sono affare nostro. 

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