«Da un grande potere derivano grandi responsabilità» disse una volta lo zio Ben al caro Peter Parker.
Si è soliti additare la moda ed i brand come quegli argomenti un po’ superficiali da tirare fuori quando non si hanno molte frecce nel proprio arco, eppure essi hanno una grande responsabilità.
La popolarità è un’arma a doppio taglio, soprattutto se, come sta avvenendo negli ultimi anni, importanti marchi scelgono di appoggiare temi di grande rilevanza etica e sociale.
La tendenza che si sta facendo strada è quella che ci vede tutti sensibili a tematiche di natura ambientale, etica. Attenti alla sostenibilità, al riciclo e ad un uso più parsimonioso dei prodotti che il mercato offre.
Qualcuno indignato grida: è solo il trend del momento!!!
Ma mi domando: che male c’è nel rivedere degli stili di vita sbagliati, guidati da importanti brand?
Ci sono tantissime aziende che, indipendentemente dalla moda, dai profitti e dalle scelte dei consumatori, hanno sempre sposato una politica aziendale attenta al benessere del Pianeta e processi produttivi e materiali a basso impatto ambientale.
Ora sono diventati maturi i tempi per premiare quelle scelte, passate e future.
Una ricerca Niesen Global Survey of Corporate Social Responsability and Sustenibility ha riscontrato che anche in Italia sta aumentando il numero di consumatori disposti a pagare un premium price per brand che adottano pratiche sostenibili.
I più sensibili a queste tematiche sono senz’altro i nativi della Generazione Z, disposti a pagare tra il 5% e il 10% in più per avere un capo di abbigliamento o accessori a basso impatto ambientale e sociale, e i Millennial, per i quali la percentuale è del 10%.
La stessa ricerca ha fatto rilevare che, diversi sono i motivi “sostenibili” che inducono il consumatore all’acquisto, tra i tanti: il 45% preferisce aziende sensibili alle istanze ambientali, il 43% aziende impegnate nel sociale, il 41% valuta l’uso di packaging non inquinante ed il 34% si fida della pubblicità contenente messaggi rivolti alla società e all’ambiente.
Il 17% dei consumatori afferma di aver effettuato un acquisto dopo aver appreso dalla pubblicità televisiva che il prodotto rispetta l’ambiente e, la percentuale sale al 21% se si conferma l’attivismo del brand in tale direzione.
Questo ci fa capire come, non solo la fiducia nel marchio e nelle sua linea produttiva green influenzano le decisioni d’acquisto, ma quanto anche le strategie comunicative siano fonte di sollecitazione per i consumatori.
La comunicazione sostenibile è un fenomeno in grande espansione ed apporta numerosi vantaggi alle aziende che ne fanno buon uso, ma c’è un risvolto della medaglia: la responsabilità.
L’influenza che i brand riescono ad avere, fa sì che queste aziende non siano più solo produttrici di beni, ma vere e proprie portavoci di temi delicati e di rilevanza mondiale. Sono promotrici non più di un semplice marchio, ma dei valori che ad esso si legano.
I consumatori vogliono acquistare meno e meglio. Tanto hanno agito su questa inversione di tendenza le campagne pubblicitarie di aziende famose.
I mercati che più di tutti hanno favorito questa alfabetizzazione all’acquisto sono senza dubbio quello della moda, dei cosmetici e dei prodotti per il corpo.
Esempi in tal senso sono la casa di moda The North Face e Patagonia. Molti anche i marchi italiani che scelgono fibre tessili ecologiche, tra i tanti Re-bello, Quagga, Malìa Lab, Ecodream.
Una best practice è, senza dubbio, la società di prodotti per capelli Kevin Murphy, impegnata in prima linea a difendere e sostenere cause di natura filantropica che interessano l’ambiente, il riciclo, l’inquinamento da plastica.
Tutte le scelte aziendali, e non solo, vertono in quella direzione. La comunicazione stessa fa dei valori etici e delle strategie green il proprio marchio di fabbrica.
Lo stesso sito della Murphy dedica uno spazio al tema “Ambiente” e le parole utilizzate arrivano al cuore.
«C’è una verità universale che si applica a ogni singolo essere vivente e ci lega insieme come uno, non importa dove vivi e non importa di quale nazionalità sei. Quella semplice verità è – dipendiamo tutti dall’ambiente del nostro pianeta per sopravvivere».